venerdì 14 settembre 2012

Il significato delle parole

Ho riflettuto a lungo su cosa scrivere questa volta.
Volevo raccontarvi di madredipadre che l'altro giorno mi chiama con la scusa di sentirmi e poi se ne esce con "lo sai che tuocuggino è entrato in medicina?", con la vocina stronza di una che in realtà vorrebbe dirti "e tu quest'anno non hai dato neanche una materia", ma ci ho ripensato.
Poi, avevo pensato di parlare di colui che in teoria è il mio "capo", che però ne sa meno di me e ieri l'altro se ne esce con: "Foto, comunicati, tweet: decido io come, cosa e quando farli "uscire". Senti ma il cancelletto su twitter a che serve?" ma anche lì ho deciso di andare oltre.
C'è una cosa che ho in testa da giorni: l'importanza delle parole. O ancora meglio, l'importanza del significato delle parole.
Mi sono trovata in questi giorni a parlare con diverse persone e alla fine pensare: "che cosa avrà voluto dire? Sarà vero?".
Vorrei essere una che non si lega alle parole come alle persone e invece, ci penso fino allo sfinimento. Prendo quelle parole e me le ripeto, le analizzo, le custodisco, le rompo, le maledico.
Negli anni ho imparato che il significato cambiava anche rispetto alle persone che me le dicevano. Con l'esperienza ho capito che non tutti i "ti amo!" sono riferiti all' idea di amore che ho nella mia testa così come non tutti gli insulti sono detti con l'intento di far male. 
Strano concetto, lo so. 
E' un po' il discorso del post precedente: un mondo dove i "ti adoro" si sprecano e l' emozioni, quelle vere, muoiono. 
Però, c'è quel mondo lì e poi ci sono io che, ancora, ho un tale rispetto dei sentimenti che quasi cerco di entrare in punta di piedi nella vita della gente e provo imbarazzo di fronte alle dichiarazioni d'affetto gratuite (tranne in rari casi, è chiaro!).  Ci sono io che tra un "ti voglio bene" preferisco di gran lunga un "sei davvero cretina!" che qualcuno sostiene sia un mio modo per mettere una barriera tra me e gli altri. E forse, ha ragione. 
E' un modo per non ferirmi, per non passare delle ore a scrivere cose come questa. A una battuta scema dai il significato che ha, niente percorsi mentali strani. 
I complimenti, i "ti adoro", i "ti amo" ti portano sempre a domandarti se la gente da' a queste parole lo stesso peso che gli dai tu. 
E allora, mi dico che, vorrei essere più leggera, una di quelle che si vive le emozioni per quello che sono, che non passa delle ore a fare l'analisi delle frasi che le vengono dette. "Ma se per caso l'ha detto in quel senso? E se in realtà, era un modo per dirmi quell'altra cosa?". 


Dico la verità: sogno un mondo che ha delle parole con un solo significato. Sogno un mondo dove i "ti amo" significano voglio passare tutta la mia vita con te, voglio esserci quando sei felice e quando piangi, voglio vedere il primo capello bianco e accarezzarti quando giochi con il figlio di nostro figlio. Sogno un mondo dove i "ti adoro"  significano  mi piace il tuo sorriso, mi piace quando scleri, mi piaci ancora di più quando mostri tutti i tuoi difetti, mi piaci così tanto che anche stare davanti ad una finestra a guardare la pioggia con te è stupendo. E sogno delle persone che non si vergognano di ciò che dicono, che lo rivendicano, lo difendono dagli attacchi e dagli sbalzi d'umore. Voglio un mondo a cui credere senza analisi grammaticali.


Nessun commento:

Posta un commento