mercoledì 24 settembre 2014

Colui che non deve essere nominato

Colui che non deve essere nominato ogni tanto bussa alla porta di qualcuno ed entra in casa senza chiedere permesso. 
Prende i quadri e li mette storti, cambia il colore delle fotografie, dipinge di grigio le pareti delle stanze e non gliene frega nulla se quella stanza, prima, era di un bel giallo accesso o rossa o arancione. 
Colui che non deve essere nominato esiste, c'è, arriva e si porta via tutto. 
Le risate, le speranze, la gioia, le promesse, i progetti. 
Che un giorno sei lì che pensi a comprare la libreria nuova per i bambini e il giorno dopo ti ritrovi seduto per terra a guardare la parete vuota. Senza libreria, senza libri, senza futuro e senza rabbia.
Ti prende a braccetto e la gente ti vede che passeggi con lui e tu la vedi, la gente, che abbassa subito lo sguardo o si fa il segno della croce. 
Come se un dio qualunque abbia davvero il potere di cambiare le cose. 
Io che lo vedo, io che non sono la gente, mi faccio venire le palpitazioni, faccio la vaga e cerco di prendermi la rabbia degli altri per trasformarla in forza. 
Non dormo la notte e faccio le ricerche su google: come cacciare di casa colui che non deve essere nominato. 
Dodici anni fa era a casa mia, me lo ricordo.
Aveva la faccia gialla e i capelli a forma di cresta, le dita lunghe e magre, rideva con noi anche se non aveva la forza. 
Ma dodici anni fa ero una bambina e a guardarlo negli occhi mi faceva paura. 
Io che guardo lui che guarda me che guardo lui. Abbassavo lo sguardo perché non riuscivo a reggerlo. 
Dodici anni dopo, oggi, non lo so se sono grande per lottare e fare il gioco di chi abbassa prima lo sguardo.
Lui c'è di nuovo e per due. 
Ma questa volta non ci trova piccole, spreparate e sole. 
Ci trova insieme e minimo se la dovrà vedere con più occhi, più braccia, più gambe, più cuori e più forza.
E se ne andrà. Per due. 


lunedì 22 settembre 2014

Cose


Non ho niente da dire, ho finito le parole. 
Mi sembra di conoscerne giusto quattro in fila e di non poterne uscire da questa cosa.
Cosa, vedete. Non riesco a definire più nulla. 
C'è stato il tempo delle domande, delle richieste, delle giustificazioni.
Adesso c'è il tempo delle parole che mancano, dei cieli che cadono, delle case senza foto, di gelati mangiati piangendo e ridendo, di telefoni che non parlano ancora ma contengono le verità. 
É un anno nuovo e io stessa, probabilmente, sto prendendo coscienza di quanto sarà terribile, fantastico e straziante insieme.
Non so quale sarà la parte che predominerà: mettendole su un bilancino le novità brutte superano di gran lunga le belle novità.
Non vuol dire un cazzo, mi ripeto.
Mi brucia lo stomaco mentre penso a tutto quello che penso. 
Sapevo che partire, lasciarmi tutto alle spalle, avrebbe reso certi contorni meno sfocati.
Mi ci sono voluti venti giorni a Roma per fare pace con le mie budella, per convincermi che se qualcosa di sbagliato c'è (e ci sarà) non è solo con me che devo prendermela.
Adesso ho un collage di immagini che ripasso ogni tanto nella mia testa.
Adesso parlo cuore a cuore con una donna che mi ha raccontato le sue fragilità e mi ha fatto vedere il suo mondo, che se me l'avessero detto sette/otto mesi fa io mica ci avrei creduto e vi avrei detto siete pazzi, io che parlo con quella dei cazzi miei?
Invece, le cose succedono così come succede che ti arriva un'email e non hai voglia di chiamare nessuno, ma l'anno scorso alla stessa notizia avresti fatto i fuochi d'artificio, e allora fai lo screen shot al telefono e solo per dire che, guarda un po', mi sta capitando anche questo.
E con certe gente non ci parli proprio più o ci parli poco e con formalità, come farebbero due appena separati che mantengono rapporti civili solo perché aspettano la sentenza da un giudice.
Non voglio essere assolta, non me ne frega un cazzo di quello che dicono.
Esco il sabato sera struccata, il giovedì pomeriggio invece metto rimmel e rossetto rosso per poi prendermi la cazziata da chi ogni giorno mi augura il buongiorno.
Come se adesso, oggi, in questo momento, mi interessi davvero di lui e dei giochi di ruolo dove un giorno sono io a volerti e il giorno dopo sei tu.
E sono stanca, ma davvero, di capire dalle cose non dette, dei cuori, delle telefonate con la voce rotta dal pianto e dalle preoccupazioni.
Voglio una tregua.
Solo quella.



venerdì 12 settembre 2014

Questione di scelte sbagliate

E quindi non lo sai cosa senti per me, perché sì, stai bene e sei così legato ma poi non è che mi pensi spesso.
Hai detto che lo sai che non sono perfetta però per te un po' lo sono e quando conosci altre ragazze le paragoni a me.
Hai detto che non eri sicuro dall'inizio, che hai paura, che non riesci a capire se vuoi stare con me oppure no.
Hai detto che lasciarmi andare ti pesa ma non puoi chiedermi di sopportare la tua non curanza, i pochi gesti d'amore.

E io che ho fatto, a parte piangere e urlarti contro che non mi meritavo tutti questi mesi così se lo sapevi già?
Perché dovevo innamorarmi solo di qualcuno che avrebbe spostato le montagne per me e, invece, chissà perché, sono tornata da te.
E mi sentivo felice stretta nel tuo abbraccio e anche questa volta ho pianto sulla tua maglietta che ti ho bagnato completamente in un misto di lacrime e saliva.
Anche stavolta hai visto il peggio di me e più piangevo e più non respiravo.
Volevo che mi fermassi e mi dicessi che potevamo affrontare insieme le tue paure, che saremmo andati avanti insieme, fianco a fianco. 
Perché io forse ti amo e allora dimmi perché tu invece non senti quello che sento io e dimmi perché scelgo sempre la storia sbagliata. 

lunedì 8 settembre 2014

2

Secondo Google ieri era il mio compleanno, mi ci ha messo anche il doodle con la torta e le candeline e se ci passavo sopra con il mouse mi usciva fuori la scritta "auguri Emme".
Quindi, a questo punto, ho numero due compleanno non festeggiati per niente (e l'anno non è ancora finito). 
Tra qualche giorno, Giovedì 9 per essere esatti, questo blog spegne due candeline. 
Risparmiamoci la commozione e le lacrime che negli ultimi mesi l'ho proprio trascurato e chissà se mai riuscirò a essere costante come voi. 
In questi giorni, al blog è presa una specie di malattia gravissima che fa sì che arrivi spam come se non ci fosse un domani: 10 commenti anonimi al giorno, sempre e solo in inglese, per propormi diete, siti mai aperti, punti di vista diversi dal mio ma sempre su altri siti mai aperti. 
Ditemi come si fa a liberarsene perché io non so cosa ho fatto, se l'ho fatto e perché ma giuro che non era mio intento chiamare in causa tutto il web e attirarmi tutta la pubblicità del mondo. 
Sempre per il blog, l'amica F. mi ha fatto la simpatica intestazione, solo che lei l'ha fatta con sfondo bianco e blogspot lo fa diventare grigio. 
Non abbiamo capito il motivo e io sono incapace, quindi o mi trovate una soluzione o ci teniamo questo sfondo grigio e triste.

Per il resto, piccole Ansa dalla mia vita: 
- devo studiare ma non ho voglia
- ho quest'allergia insopportabile e perenne che si aggiunge al mio setto nasale deviato. Oggi, cioè adesso alle 2 passate, mi sono trovata a spulciare forumalfemminile per capire se c'è un medico a cui posso rivolgermi a Roma e fare, finalmente, sto benedetto intervento
- sono a dieta, again and again and again. Ho comprato frutta e verdura e mangio solo roba integrale e se avessi un eurospin vicino comprerei anche il latte di soia al cioccolato (sì, l'unico latte di soia che mi piace lo vendono all'eurospin)
- a proposito del punto precedente, proprio in questo momento mi è venuto in mente che potrei seriamente soffrire di ipotiroidismo come mia madre, mia nonna, mia zia e tutta la generazione amen. Adesso vado a cercare su forumalfemminile il da farsi.
- Si è capito che sono tornata a Roma?